Giorgio Salvato, Riot
L'età del ferro e la scoperta della corrente elettrica hanno segnato due fasi fondamentali nella definizione di quella concezione antropocentrica che ha permesso all'uomo di imporsi sul resto del mondo. L'utilizzo di queste tecnologie nell'opera RIOT (2021), svincolate dal loro carattere utilitaristico, genera nuove connessioni e nuove possibilità di senso tra l'uomo e il mondo, costringendoci a ridefinire gli schemi coi quali abbiamo imparato a guardare la realtà. Luce e metallo vengono sottratti dal loro carattere meramente strumentale, ridefinendosi invece come elementi primigeni volti allo svelamento di una dimensione contemplativa del mondo. L'archetipo del lupo, nella sua dimensione ancestrale, richiama all' originaria condizione di "gettatezza" dell'uomo nel mondo, mentre gli indicatori luminosi al neon si riferiscono a tutti quegli elementi che nella nostra contemporaneità definiscono in qualche modo una "misura". L'impossibilità di interazione tra questi elementi definisce il terreno sul quale l'uomo è chiamato confrontarsi per riappropriarsi di un nuovo ruolo nell'universo.