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Claudia Fuggetti, Hot zone

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La scoperta della parte del cervello in cui vengono generati i sogni è relativamente recente, si trova esattamente sopra la nuca e prende il nome di “hot zone”. Hot Zone è un progetto visivo iniziato alla fine del 2019 che documenta lo svolgimento di un sogno lucido, ponendo lo spettatore in bilico tra finzione e realtà: la fotografia diviene prova tangibile della sua esistenza. Le immagini presenti a livello subconscio vengono trasformate in un percorso visuale dove visioni, flashback e allucinazioni si connettono tra loro, dando vita a nuove dimensioni spazio temporali e a mondi psichedelici. Il rapporto con il paesaggio e con la natura è complesso: i luoghi reali sono stati alterati tramite interventi di digital painting e sembrano provenire da pianeti alieni, assumono colori insoliti, e si fanno specchio della tensione dell’essere umano nei confronti del futuro della Terra. Globi di energia e la bellezza della natura nascondono un’inquietudine: ”I had a dream, which was not all a dream” (L. Byron). Hot Zone diviene sinonimo di meta reale e a-temporale, dando vita a ciò che solitamente è destinato a perdersi dopo ogni risveglio.

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