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Samantha Passaniti, Il Tempio del Cerchio

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L'installazione si presenta come una serie di 21 colonne realizzate con materiali naturali e di recupero, conficcate nel terreno a 2,27 m di distanza l'una dall'altra a formare un grande cerchio intorno ad un cumulo di terra e cenere preesistente. L'idea di creare questa sorta di tempio minimal è nata dopo la visita da parte dell'artista al Tempio di San Michele Arcangelo (o tempietto) di Perugia. Si tratta di una delle più antiche chiese di Perugia, è a pianta circolare e risale probabilmente al V sec. d.C., ma è stato edificato sui resti di un preesistente tempio romano, a sua volta costruito su un luogo sacro agli Etruschi. Subito dal primo sopralluogo fatto nell'azienda biologica il cerchio di Capalbio, è nata la fulminea analogia tra l'energia che si respia in questo luogo naturale selvaggio caratterizzato da colline, vigneti ed uliveti, e l'energia che si sente quando si entra all'interno di un luogo di culto importante. Anche il materiale di recupero raccolto direttamente nell'azienda si è adattato perfettamente all'idea di rievocare il colonnato a pianta circolare, che si ricollega per pura coincidenza al nome stesso della cantina che ospita l'installazione, che si chiama appunto “il cerchio”. Come in tutta la ricerca dell'artista, anche questo lavoro è legato ad una forte simbologia di tipo antropologico e spirituale che si riferisce ai significati profondi delle iconologie nelle varie culture che si sono susseguite nella storia dell'uomo a partire dalla preistoria fino a nostri giorni e che si esplicano attraverso materie, materiali e forme geometriche semplici diventando veri e propri archetipi. Oltre all'analogia con il tempio dedicato all'arcangelo Gabriele, l'installazione da un punto di vista estetico rimanda agli archetipi del sacro e in particolar modo al sito archeologico di Stonehenge basato su un sistema di “geometria sacra”: un vero e proprio “Modello dell’universo”, eretto per celebrare le nozze sacre tra il Cielo e la Terra. Secondo alcune antiche credenze, da tale sacra unione si formerebbero potenti energie che sarebbero in grado di portare forza e fecondità in tutto il mondo, stesso concetto e finalità che si ritrovano nei tempi etruschi, romani e poi nelle cattedrali cristiane. “Il tempio del cerchio” vuole quindi attraverso l'impatto visivo e la simbologia dei materiali utilizzati, riportare ad una riflessione su queste tematiche che ci appartengono e che si susseguono con variazioni estetiche in tutto l'arco temporale dell'esistenza dell'uomo. L'installazione porta in sé tutti questi significati ma si esplica attraverso i linguaggi dell'arte contemporanea e le metodologie tecniche che caratterizzano la ricerca dell'artista, incentrate sul recupero e la sperimentazione dei materiali naturali.

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